PAGINA IN COSTRUZIONE
I Contratti di Fiume (CdF) sono strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale
La Giunta regionale della Campania ha da tempo aderito al tema dei Contratti di Fiume ed alla loro promozione sul territorio campano.
Il primo atto adottato su tali tematiche è la Delibera n.452 del 22/02/2013 PROMOZIONE CONTRATTI DI FIUME E DI LAGO E DIFFUSIONE CARTA NAZIONALE DEI CONTRATTI DI FIUME - con la quale si da relamente avvio a queste attività nell'ambito del territro regionale.
Da allora molte inziative si sono avviate con azioni ed attività che, nonstante i seminari i convegni e le manifestazioni pubblcihe realizzate, hanno avuto poche ricadute concrete sul teritorio d'interesse.
La Legge 28 dicembre 2015, n. 221 , recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali” (c.d. “collegato ambientale” alla Legge di stabilità 2016), pubblicata nella G.U. n.28/12/2015, con l'introduzione dell'art.68 bis al Dçgs 152/06, ha stabilito che i contratti di ļ¬ume concorrono alla deļ¬nizione e all’attuazione degli strumenti di pianiļ¬cazione di distretto a livello di bacino e sottobacino idrograļ¬co, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori ļ¬uviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree.
La Giunta Regionale cogliendo questa nuova opportunità e facendo tesoro delel esperienze pregresse ha approvato la Legge regionale 6 maggio 2019, n. 5 , “Disposizioni per la tutela dei corpi idrici della Campania, per la valorizzazione integrata sostenibile dei bacini e sottobacini idrografici e la diffusione dei Contratti di Fiume” .
La Regione Campania, con tale norma in attuazione delle direttive 2000/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2000, relativa all’azione comunitaria in materia di acque, 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni, e delle direttive 43/92/CEE del Consiglio, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 giugno 2008, relativa alla strategia per l’ambiente marino, nonché della parte III del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale), promuove l’utilizzo sostenibile delle acque interne, superficiali e sotterranee, costiere e di transizione, il recupero e il mantenimento delle condizioni di naturalità, la riqualificazione ambientale-paesaggistica e la connessa riqualificazione socioeconomica dei bacini e sottobacini idrografici in funzione del raggiungimento e del mantenimento degli obiettivi di tutela qualitativa e quantitativa delle acque, di riduzione dei rischi naturali e antropici e integrazione degli interventi per ambiti territoriali omogenei.
La
Giunta con DGRC n.314 del 8.7.2019 (allegato 1 - allegato 2 ) ha
regolamentato le attività dei CdF attraverso - Approvazione delle Linee Guida per la
costituzione dei CdF e costituzione dell’Osservatorio Regionale.
Successivamente tale Ufficio ha elaborato una proposta per la individuazione di ambiti territoriali omogenei in cui realizzare attività speriemntali (la Regione individua i corpi idrici di cui all’art.2 della LR n.5/2019 per attivare dei CdF prototipali e bandisce un manifestazione di interesse atta a coinvolgere i soggetti locali pubblici e privati per condividere il percorso per la sottoscrizione del Contratto).
Con DGRC n. 596/2019 , la Giunta regionale ha individuato cinque ambiti territoriali omogenei nei quali avviare e sviluppare attività sperimentali e prototipali in cui la Regione, e per essa la DG 50.06, assume il ruolo di Soggetto Capofila, in base a quanto previsto dal comma 5 dell'art. 3 della L.R. 5/2019, ed organizza le attività secondo gli indirizzi delle Linee Guida, avvalendosi di Enti pubblici territoriali individuati quali Soggetti attuatori (nella fase di start up la DG 50.06 assume anche le funzioni che sono in capo al Comitato Promotore).
In tali contesti si sonosvolti incontri formali ed informali con interlocutori istituzionali di vario ordine e grado per sondare disponibilità a svolgere attività di promozione ed attivazione locale.
4. La DG 50.06 predispone, in collaborazione con l'Ente Locale
individuato, una Relazione Preliminare - quale documento di base per l'avvio delel attività, contenente:
•
l’inquadramento
dell'area;
•
la natura e le
finalità generali del CdF;
•
le azioni da
sviluppare nella fase di consultazione.
Dopo l'approvazioen con Decreto Diriginziale della Relazione Preliminare viene costituita la Cabina di Regia (i soggetti partecipanti individuano il Soggetto Capofila che, nel caso dei prototipi, è la Regione Campania) e viene nomintoa il Coordinatore della Cabina di Regia (in questa prima fase tali adempimenti sono di esclusiva competenza regionale per garantire l'omogeneità dei percorsi e dei prodotti nei cinque ambiti territoriali omogenei fino alla fase di redazione del Documento Strategico, per cui il Coordinatore della Cabina di Regia è nominato dalla DG 50.06 con atto del Direttore Generale).
Nella Cabina
di regia le funzioni di responsabile del procedimento, ai sensi di legge, sono
svolte dal responsabile dell’ufficio tecnico dell’ente locale (individuato come
Soggetto Attuatore).
Con lo stesso provvediemnto si costituisce la Segreteria Tecnica del CdF, con sede presso l'ente locale, individuato come soggetto attuatore, che, in questa fase, è costituita da funzionari regionali e dei tecnici coinvolti dall’ente locale (anche mediante convenzione o altra forma in linea con la normativa vigente).
La Cabina di Regia, e per essa il Coordinatore, completata questa fase di organizzazione e strutturazione degli organi tecnici del CdF, propone alla DG 50.06 gli atti per l'individuazione ed approvazione del bacino – sotto bacino nonché la presa d’atto dei documenti realizzati per l’attivazione dello specifico CdF.
In questa fase sperimentale, con il coinvolgimento dei soggetti ricadenti nel territorio del CdF, si prevede l’attivazione dei laboratori tematici territoriali che abbiano ad oggetto tematiche coerenti con le Linee Guida e con gli obiettivi di riqualificazione e valorizzazione delle aree prototipali quali, ad esempio:
•
gestione della risorsa idrica.
•
rischi naturali;
•
paesaggio, urbanistica agricoltura;
A valle
della formale costituzione degli organi tecnici del contratto, si procederà a
definire una manifestazione d’interesse,
circoscritta al territorio sopra descritto, al fine di acquisire un'intesa con
i soggetti presenti e disponibili ad aderire ad un Contratto di Fiume in tale
ambito territoriale.
Dall’esito
dell’attività conoscitiva svolta dai laboratori dovrà emergere il Documento
Strategico e quello d'Intenti (protocollo d’intesa) da sottoporre alla sottoscrizione
dei vari soggetti che volontariamente vorranno aderire all’iniziativa che, come
evidenziato, verrà attivata mediante una mirata campagna di informazione
che coinvolgerà anche aree esterne all’ambito del prototipo e ove possibile con
scuole, istituti di formazione presenti sul territorio, ordini professionali,
Enti del Terzo Settore , ecc.
Con la
sottoscrizione del documento d’intenti si uscirà dal processo di
sperimentazione per cui sarà costituita l’Assemblea del CdF restituendo piena autonomia ai soggetti
territoriali che hanno deciso di seguire questo percorso di condivisione.
Nel contempo
si prevede che a settembre 2020 partirà la manifestazione di interesse aperta a
tuti i soggetti interessati per la libera sottoscrizione di CdF attualmente
sospese per le vicende legate al COVID 19.
Pros. > |
---|