La funzioni relative alle dighe che hanno altezza minore o uguale a 15 metri e che determinano un volume di invaso minore o uguale a 1.000.000 di metri cubi, rientrano nelle competenze della Regione, come disposto con l’art.10, co.4, della legge 183/89, come modificato dalla legge 584/1994 e dal D.Lgs. 112/98, e come confermato dall’art.81, co.3, del D.Lgs. n.152/2006.
La Regione Campania, con Delibera G.R. n.4003 del 29-08-2001, ha affidato al Settore Difesa del Suolo la competenza in materia di procedure, ed ai Settori del Genio Civile quella della vigilanza sull’eercizio delle opere. Sulla base di istruttorie congiunte, le procedure ( denominate “Linee guida per l'esercizio delle funzioni di cui al D.P.R. n.1363/59, in materia di opere di ritenuta e sbarramenti di competenza regionale”) furono approvate nel 2006, con la D.G.R. n.2239, e poi modificate nel 2010, con la D.G.R. n.304 tuttora vigente. Esse sono finalizzate alla individuazione della documentazione necessaria per il rilascio del titolo autorizzativo all’esercizio delle opere, siano esse di nuova costruzione che già esistenti, e dei relativi iter autorizzativi.
E’ attualmente in fase di istruttoria congiunta, tra le D.G. Difesa del suolo e la D.G. per i Lavori Pubblici, la proposta di deliberazione di modifica della D.G.R. n.304/2010. E’ inoltre in fase di istruttoria apposito disegno di legge, finalizzato al dare tempi certi alla produzione di documentazione da parte dei gestori ed alla osservanza delle prescrizioni, attraverso l’introduzione di sanzioni per gli inadempienti.
Attraverso il link sottostante, è possibile visualizzare la distribuzione degli specchi liquidi ad oggi individuati sul territorio regionale, attraverso:
1) il “Censimento dei piccoli invasi artificiali”, a suo tempo commissionato su scala nazionale dal Ministero dei Lavori Pubblici, d’intesa con il Ministero per il Coordinamento della Protezione Civile, all’A.T.I. Aquater SpA, Ismes SpA e Telespazio SpA. Tale censimento fu effettuato tramite l’impiego del telerilevamento da satellite, in particolare utilizzando le immagini prodotte dal sensore Thematic Mapper posto a bordo del satellite LANDSAT 5, con sensore a bassa risoluzione geometrica (30 x 30 m);
2) il censimento “Dighe e invasi di competenza regionale”, curato nel 2003 dalla Agenzia Ricerca e Produzuione Avanzata – Università di Napoli Federico II, attraverso fotointerpretazione delle ortofoto colore 1998 scala 1:10.000.
In entrambi i casi alle individuazioni non sono seguite azioni di verifica sul campo. E’ pertanto in fase di avvio l’azione finalizzata:
alla validazione, su base cartografica, della individuazione degli invasi attualmente inseriti nel sistema informativo, e di quelli eventuali di nuova individuazione;
al rilievo, attraverso verifiche di campo, delle caratteristiche delle singole opere di sbarramento e dei relativi organi di scarico, sulla base di una scheda informativa all’uopo predisposta;
al rilievo fotografico dell’opera e dell’invaso;
al reperimento presso gli uffici tecnici comunali della documentazione tecnica ed amministrativa disponibile.
Ogni invaso, in caso di collasso dello sbarramento, costituisce una potenziale fonte di rischio, per cui la loro costruzione deve essere rispettosa delle norme ed il loro esercizio deve essere oggetto di una costante sorveglianza e manutenzione. In mancanza della prescritta autorizzazione, pertanto, l’opera è da ritenersi pericolosa ai fini della tutela della pubblica incolumità, ed il Sindaco, come disposto con la Delibera G.R. n. 304/2010, è tenuto ad ordinare, previa diffida, ai sensi dell’art.54 del D.Lgs. 267/2000 (TUEL), lo svuotamento controllato dell’invaso, la demolizione dello sbarramento ed il ripristino dello stato dei luoghi.